lunedì 14 gennaio 2013

Oportebat



Distesa
sul letto delle proprie abitudini,
giacevi,silente
su genuine ed inutili tradizioni;
giaciglio freddo
era la fede nascosta,
custodita su guanciali di seta
nei castelli d'orati,
ma isolati,
tra i singoli focolari di un fuoco non condiviso,
fuoco che non scaldava,
fuoco che non bruciava.

E la brezza soffiò...
sulle anime assopite,
tu giovane fra i giovani
ad incendiare ardori,
ad insegnare odori,
a donare i veri sapori,
a far annusare i fiori plastificati
mai donati.

E la brezza soffiò
nei flauti dimenticati,
 a girare le pagine musicali mai suonate,
a risuonare note mai udite,
soffiò nei giardini scoloriti,
fra i bambini perduti e le madri sconfitte.

E la brezza soffiò
tra le polveri stratificate dei pregiudizi,
sulle paure incomprese dell'ignoto sapere,
soffiò dall'altare candido e immacolato
a donare il vero dolore
velo dell'amore.

Si la brezza soffiò
oltre la morte sconfitta,
con se mi trascinò fra la folla
memore del tempo donato

...OPORTEBAT...

           
                     28 .12.2012

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